… Le figure della Sautto consistono in allegorie che corrispondono al mondo dell’inconscio e delle pulsioni segrete… L’ombra, presente nelle opere della Sautto, simboleggia il lato oscuro della psiche, accostata alla luce, emblema di conoscenza e di saggezza. Le sue composizioni, le sue figure emblematiche, gli spazi da lei evocati sono costruiti grazie a contrasti chiaroscurali che accentuano questo conflitto fra il bene e il male, il giorno e la notte dell’anima…

(I simboli dell'ombra e della luce, Gabriele Turola, 2001)

 

…Pittoricamente si deve notare un percorso visivo che dal Simbolismo procede verso il Surrealismo e la  Metafisica, all’orfismo e all’onirico… Una purezza di tocco eccezionale; contenuti figurativi e strutturali che si combinano con piacevole gusto visivo… I sentimenti raffigurati si alternano (la poesia ne è, a sua volta, illustratrice nelle varie pieghe) e l’uso della metafora irrompe ed è costante, determinando sensazioni immediate. Il magico si dimensiona nell’umano e di conseguenza riesplode la simbiosi con il simbolo. Il linguaggio figurativo, anche se moderno, sa cogliere istinti e ragioni dalle origini classiche, ma c’è un’abile rielaborazione…

(Da Moreau ai Nabis nella pittura di Carla Sautto Malfatto, Antonio Caggiano, 2002)

 

Per crescere e far crescere; per sapere e far sapere; per recepire e far recepire. Un incubo, un’ossessione per Carla Sautto Malfatto. Un dovere dell’artista, che ricerca, osserva, rivede e recupera. “Io faccio”- dice - ed ecco gli aspetti grafici ambientali; “io ho fatto”- ripete - ed ecco il suo tipico “simbolismo-surrealismo”; “io farò”- aggiunge - e nascono nella mente gli spezzoni del “reale personalizzato” e “comparato”. Ma non basta, perché la ricerca è sempre in atto. Il cavalletto non è sufficiente per siffatte combinazioni e ad esso si aggiunge la pagina scritta: la “poesia” e il “racconto” della memoria. L’arte a segni e colori, la storia personale a parole scritte. Gioco delle linee e delle espressioni. La tradizione disegnata che insegna, il domani multimediale che incombe: un compendio figurativo-narrativo. E il pensiero che viaggia oltre i confini della idealizzazione e del ricordo. Uno “stile” che formalizza e descrive, tiene conto del “passato” e punta al “presente”, angolando il “futuro”. È il quotidiano lavoro artistico di Carla Sautto Malfatto, ferrarese. Proteso per una “realtà” figurata e narrata, schiva da paragoni, ma canalizzata con l’insegnamento dei paragoni, articolata sulle inesauribili fonti dell’immaginazione e rielaborata per adempiere al “mestiere di vivere”.

(I parametri dell'arte di Carla Sautto Malfatto, Antonio Caggiano, 2004)

 

“Nello squarcio impietoso/ e caldo/ sull’asfalto del cavalcavia/ si allacciano per mano/ le nostre ombre/ che non vogliono/ scivolare sole/ domani”. Sono i versi conclusivi di una lirica (Giugno sulle Mura di Ferrara) della poetessa– scrittrice– pittrice Carla Sautto Malfatto, da Ferrara (in quel di Denore). Potrebbe sembrare un’occasionale citazione, ma attraverso questo passo spira un’eco trasversale che conduce su un’altra sponda ovvero quella, appunto, della pittura, dove la Sautto colloca il proprio “codice intellettuale” fra realtà e surrealità: un cospicuo frutto del pensiero verso ciò che i moti d’animo consentono ad una artista che si avvale della parola scritta e del pennello che traccia segni, figure, immagini, colori. Pensare artisticamente è possibile anche quando avviene tra una pausa e l’altra della giornata, ma scrivere e dipingere è più indaginoso allorché si intende entrare nell’ambito della quotidianità trasfigurandone “l’arcobaleno delle sensazioni”. In tale “equilibrio personalizzato” si può creare: ed è ciò che la Sautto compie artisticamente. Una  “scrittura – pittura” portante che compendia il predetto “codice intellettuale”...

(Il “codice intellettuale” di Carla Sautto Malfatto, Antonio Caggiano, 2006)

 

Sboccia il talento rimasto "sospeso". Ritrovata la strada del disegno e della pittura forzatamente abbandonata… Percorso multiforme di ricerca. In parete opere di pittura, grafica, acquerello e poesia… gli oli su legno, caratterizzati da una tavolozza accesissima... (la cui) lettura compositiva (è) sempre di grande originalità. A questo ampio contributo visivo si inframmezzano alcune poesie... come a completare e ad arricchire il senso delle cose e degli eventi che il pennello ha tracciato secondo le sue trame... 

(Giorgio Chiappini, La Nuova Ferrara 2002)

 

Carla Sautto, l'artista delle mani… Sono essenzialmente "le mani" a comunicarci, dai quadri di C.S.M. ... il travaglio interiore dell'artista... Innumerevoli i riconoscimenti (poesia, narrativa, pittura)... che l’annoverano così tra gli artisti più completi…

(Margherita Goberti, La Nuova Ferrara 2004)

 

…Nella poetica della S. il principio anassagoreo del nous che legifera ed organizza si concretizza nelle mani... Nel colore esuberante, la S. raffigura la concretezza del gesto, visto sia nella consapevolezza della mente che nei risvolti e conseguenze del percorso storico: il suo però è un racconto intimo, lirico, di racchiuso pudore... La S. sa disporre elementi simbolici e reali, con felice sintesi, senza sbavature espressive e nell’equilibrio mirabile dei piani descritti... Da ricordare, infine, che la limpidezza e la forza espressiva della linea e del colore della S. si sostanziano, poi, in altri momenti, nel lirismo della parola, nella capacità evocativa, nell’ironia corrosiva e in metafore incantate essendo, la nostra, poetessa e scrittrice di grande sensibilità e perizia espressiva.

(Gianni Mazzei, La colpa di scrivere 2006) 

  

…Nei suoi oli su tela fa prevalere una sorta di occhio narrativo. È una ridondanza onirica e descrittiva che invade il supporto e tende a sopravanzare la forma, a far prevalere insomma gli aspetti concettuali ed emozionali.

(Gianni Cerioli, Il Resto del Carlino 2006)

 

… universi cromatici e figurazioni sinuose accompagnano lo spettatore attraverso mani che, grazie anche ad un sapiente uso della tecnica pittorica, assumono connotati comunicativi di grande intensità emozionale; in una metamorfosi di straordinario impatto emotivo, la natura sembra affondare le radici nella creazione umana che, però, apre sempre le porte agli spettacoli che solo il mondo sa offrire. 

(Michele Govoni, La Nuova Ferrara 2006)

 

... Attraverso questi due mezzi (scrittura e pittura) la sua Anima sensibile e percettiva trasfonde e trasmette le emozioni e i sentimenti che la vita ci offre, nel bene e nel male che tutti dobbiamo affrontare… 

(Francesca Mariotti)

 

(poesia “Incongruenze ferraresi”) … originale e risentito accostamento di immagini e sensazioni che rappresentano, con note di ricercata semplicità e al contempo di tagliente sarcastica allusività, il paese, la sua gente e la sua vita.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Mio Paese” 2003, Presidente di Giuria Paolo Briganti)

 

(poesia “Cena con gli amici”) Le immagini consuete e familiari sono presentate con garbo e leggerezza: la microstoria di una serata con gli amici raccontata in versi, che nel loro concatenarsi non perdono mai di freschezza. Nella parte conclusiva la catena di fresche e genuine impressioni cedono il posto a un’atmosfera malinconica, sottolineata da oggetti, profumi e scene che, nella loro espressività quasi pittorica, non scadono mai nella banalità.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio "Monsignor G. Pivari" 2003)

 

(poesia “Vendemmia”) La vendemmia vista come esperienza esistenziale che acquista un significato di sintesi della vita umana nella sua asprezza; il vino proposto quasi come veicolo attraverso cui tale esperienza si manifesta rendendosi intelligibile e, proprio per questo, problematica; la casualità nella sua ineluttabile supremazia sugli sforzi umani. Questo apparato tematico, che ricorda la satira latina anche perché proposto sotto le spoglie del racconto della vita quotidiana, rappresenta un intelligente esperimento di lettura del tema del vino, attuata percorrendo una via alternativa tanto al realismo quanto alla tradizionale simbologia connessa alla bevanda.

(dalla Motivazione, Giuria del Concorso “Artepoesia” 2003, Presidente di Giuria Antonio Bocchino)

 

(quadro “Il risveglio del gigante”) “Nasce l’uomo a fatica”…” e per uscir fuori, all’aperto, ha da emergere da una montagna di roccia. Lo sforzo di questo venire al mondo, quasi spinto da una luce interna, l’autore lo esprime con l’efficacia del contrasto tra la mineralità rigida dell’involucro e la curatissima anatomia delle parti del corpo umano, che presentano, in specie nelle mani, un saggio di pregevole fattura pittorica.

(dalla Motivazione, Giuria del Concorso “Artepoesia” 2003, Presidente di Giuria Antonio Bocchino)

 

(racconto “Io e il fiume”) … racconto-soliloquio ovvero racconto-monologo, anche se un altro attore in realtà esiste, ed anche se, fra i due, si passa dall’odio, dal fastidio, dalla troppe volte conclamata indifferenza (perché possa essere ritenuta tale) ad un latente amore o ad una larvata benevolenza… L’analisi dei fatti, delle circostanze, nonché dei ricordi è condotta con un ritmo narrativo preciso, puntuale, rigoroso, direi giornalistico, quasi dovesse relazionare qualcuno di questa situazione di generale malessere, prodotto dalla simbiosi con questo strano interlocutore vicino di casa. Narrativa quindi sotto forma di cortometraggio, con qualche esternazione polemica, che in definitiva resta solo fine a se stessa ed ha forse soltanto la funzione dello sfogo, se non di una accettata rassegnazione.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Violetta di Soragna” 2003, Presidente di Giuria Arturo Bertoni; in Giuria anche Stefano Mazzacurati)

 

(quadro “Si raccoglie quel che si semina(?)”) Avvalendosi di una evidente “impaginazione scenica” a carattere surreale e metafisico, ben supportata da una conclamata valenza segnica di significativo impatto emotivo, l’Autrice ha inteso esprimere il concetto proposto dal Suo intimo creativo, utilizzando colori e composite tonalità esaltanti un significativo “effetto prospettico” di rara efficacia, conferente all’intera Opera un affascinante “irrealtà visiva” altamente coinvolgente.

(Fernando Silo)

 

(poesia “Marcella”)… capacità di composizione poetica stilisticamente non convenzionata da cui scaturisce una delicata ma efficace immagine del personaggio e della sua storia.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Mio Paese” 2004, Presidente di Giuria Paolo Briganti)

 

(quadro “Nella buona e nella cattiva sorte”) Un concetto creativo - quello di C.S. M. - legato totalmente al peso della realtà. Lo spazio riflessivo che colloca l’immagine in un percorso decisamente proiettato nel disincanto, testimonia un forte equilibrio a livello espressivo. Inseguendo tracce e segni, passaggi e percorsi vitali, l’opera diventa la chiave di quell’interiorità ideale, che nella sua inimmaginabile intensità e nel suo fantasmagorico tripudio di sensuale e suggestivo effetto cromatico, capace di dar voce a tutte le voci frantumate nell’altrove.

(Bonifacio Vincenzi)

 

(quadro “Lotta per l’emancipazione femminile”) Un titolo così complesso ed importante di ampia dissertazione, è stato invece sapientemente espresso dall’Artista Sautto Malfatto mediante una eloquente e composita “impaginazione scenica”, ove grazie ad una grafia a sfondo neoverista e con accenni metaforici e surreali rafforzati da un appropriato “dialogo coloristico” dalle pertinenti tonalità – ora incombenti ora solari – è riuscita mirabilmente a “raccontare” senza occulte “chiavi di lettura” ciò che il Suo intimo Estro Creativo Le aveva suggerito.

(Fernando Silo)

 

(quadro “Le vie dell’acqua”) Pittrice, poetessa ha avuto già modo di farsi conoscere ed apprezzare attraverso Collettive, Personali e Rassegne… L’opera è sapientemente resa attraverso un gioco chiroscurale che ne evidenzia le specificità… L’artista, concettualizzando così la sua espressione pittorica, ha conferito e consegnato ad essa, la Sua originalità e, pertanto, si è posta nel campo dell’arte contemporanea come una pittrice d’avanguardia.

(Lia Ciatto)

 

(poesia “Nebbie di golena”) …l’immediatezza con cui l’autrice ha saputo rendere, con semplice ricercatezza, l’immagine del velo di nebbia che nasconde un angolo di paese dimenticato come spesso sono le golene.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Mio Paese” 2006, Presidente di Giuria Paolo Briganti)

 

(poesia “Troppo vicino al fiume”) L’acqua del fiume che scorre, talvolta pacata, altre irruente e minacciosa, pare all’autrice molto simile a lei, che ne condivide il carattere e se ne sente irresistibilmente attratta, anche per la vicinanza della loro vita, che le accomuna e le fa sentire solidali. Il fascino dell’acqua non cessa di ispirare poesia, anche in grazia della simbologia insita nel movimento e nel cambiamento che le sono peculiari, e che coincidono con la continua variabilità dell’elemento umano. La poetessa se ne fa mezzo di espressione con sicura liricità.

(Rina Gambini, Antologia Città di Salò 2007)

 

(poesia “Gelata”) Idillio campestre sui generis in dieci versi liberi: i primi sei, assonanzati, descrivono la morsa dura del gelo; negli ultimi quattro affiorano appena gli argini e il presentimento del fiume.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Mio Paese” 2008, Presidente di Giuria Paolo Briganti)

 

(racconto “Argonauta”) Originale ed avvincente narrazione che ci offre la vivida descrizione del vissuto di una creatura nel corso del più avvincente dei viaggi: quello che dal ventre materno porta alla vita, contrappuntato da dense immagini che appartengono al mondo acquatico. È l’esaltazione della venuta al mondo, dentro la cui circoscritta storia, il nascituro e la madre “scrivono” la più alta delle poesie, anticipatrice delle future vicissitudini del mondo.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Lucia Mazzoleni” 2009, Presidente di Giuria Silvio Bordoni, in Giuria anche Carmelo Consoli, Roberta Degl’Innocenti, Lilia Slomp Ferrari)

 

(poesia “Mani”) Una composizione che incanta e documenta un’intima percezione, un incontro profondo con l’io nascosto. L’Autrice esprime con sapienza una bramosa ricerca di sé al di là dei confini dell’ovvio.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Trebbo” 2010)

 

(racconto “I grandi sono fatti così”) …Un ritratto garbato, imperniato su efficaci descrizioni di persone e ambienti e un’apprezzabile ricerca della “medietas”.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Valenti” 2011)

 

(poesia “Rosario”) L’autrice esprime con raffinatezza ed intensità la ricerca di quiete nella preghiera in uno sgranarsi di profonde emozioni e sentimenti che accarezzano l’anima.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Trebbo” 2011)

 

(poesia “In caso di coscienza”) … Splendido accostamento dei contrari… Efficace metafora. Opera originale, ben delineata, espressa con pacata consapevolezza di termini.

(dalla Motivazione, Giuria del Concorso “Maggio Pontelongano” 2012)

 

(racconto “L’ultima occasione”) … Una personificazione che corre lungo tutto il racconto lasciando al lettore, nella parte finale, il gusto e la sorpresa nel radicale cambio di punto di vista e di prospettiva.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Trebbo” 2012)

 

(poesia “Un grido, a volte un canto”) Versi brevi, ma intensi, celebrano elementi specifici della vita in montagna, con immagini talvolta forti, ed esprimono, nella chiusa, una ricerca accorata.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio “Il Trebbo” 2012)

 

(racconto "Il tempo delle piccole cose") ... L'autrice segna con naturalezza la sintesi di un rewind lungo una vita intera... Il racconto regala sensazioni fluide ed immediate, grazie alla buona impostazione dei respiri ed al lessico usato in modo sobrio e naturale.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio "Dino Tebaldi" 2012)

 

(racconto "Film") Il pregio maggiore del racconto è la capacità di descrivere, con accurate scelte lessicali, ambienti e persone. Ne deriva un ritratto colmo di "pietas" della vecchia padrona di casa...

(dalla Motivazione, Giuria del Premio "Valenti" 2013)

 

(poesia "Preghiera della sera") ... La poetessa non poteva descrivere in modo migliore la stato d'animo di un umile servo del Signore... Una poesia che potrebbe davvero essere letta come preghiera, ogniqualvolta dimentichiamo chi siamo. figli di un Dio che ci ama.

(dalla Motivazione, Giuria  del Premio "Città di Eboli" 2014)

 

(racconto "Che differenza fa") ... Un racconto raffinato ed elegante che ci porta all'interno di un disagio esistenzaile difficile da sopportare ma tuttavia lontano dalla disperazione ... L'indagine psicologica è attenta e profonda e la scrittura conseguentemente è analitica e poetica.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio "Thesaurus" 2014, Presidente di Giuria Alessandro Quasimodo)

 

(racconto "Il matto del Paese") ... Una prosa personale con brevi articolazioni dialettali per sottolineare alcuni passaggi, una terminologia sicura e divertente, così come lo stile e l'articolazione dei dialoghi, fanno di questo racconto la rappresentazione di come un tema doloroso possa essere stemperato, nella collocazione narrativa, investigando sulla socializzazione del problema con un umorismo di tipo pirandelliano.

(dalla Motivazione, Giuria del Premio "Valle Senio" 2014)

 

(racconto "Blues")... L’Autrice riesce a rendere le due diverse personalità e psicologie attraverso la descrizione dei protagonisti, il loro modo di agire, di porgere, ed attraverso il loro linguaggio (in quest’ultimo caso, in particolare per Olga). Le va riconosciuto il merito di una prosa ricca, complessa ed articolata su piani diversi, volta a meglio rendere le problematiche dei personaggi da Lei costruiti (...)

(dalla Motivazione, Giuria del Premio "Valle Senio" 2015)

 

(poesie "Il sasso" "Il guadagno") Poesia come materia fidata e duttile in cui far passare e che trasporti sentimenti e pensieri che non mentono, una poesia che pieghi una cera sincera o una terra buona... un testo psicologicamente fine, sensibilità acuta e precisa nonché disincantata (...)

(dalla nota critica di Jean Robaey, Giuria del Premio Benedetta Pendini 2015) 

 

(poesia "L'attesa")... Testo descrittivo-espressivo in cui i sentimenti sono resi in modo nitido e incisivo col ricorso a figure stilistiche efficaci, quale l’anafora (...)

(dalla Motivazione, Giuria del Premio Maria, Madre della Speranza 2016)

 

(poesia "Lo scalpellino") L'azione del tempo sulla vita umana, vista senza malinconie e indugi di autocommiserazione, anzi, con energia e con la sottile soddisfazione, alla fine, di scoprire la nuda essenzialità dell'anima

(dalla Motivazione, Giuria del Concorso Città di Voghera 2016)

 

(poesia "Accelerazione") Partita da un'ipotesi che suggerisce sfiducia-"inutilità"-, la lirica in poche righe con un crescendo ben ritmato di termini - "credo, certo"- riguadagna non solo ol valore della propria vita ma anche il rapporto significante con le altre  vite-"l'umanità". In questo rapporto, da intendersi come solidarietà di esistenza, reso consapevolmente anche nella scansione del verso, l'autore esprime quello che per lui significa "cosmo"

(dalla Motivazione della Giuria del Premio "Cosmo d'Oro" 2016)

 

(racconto "Blues") Due personaggi apparentemente agli antipodi si scontrano e si incontrano tramite la musica. Per uno di loro cambierà la vita. Racconto scritto con un’abilità non comune e con una sicura padronanza delle sottili sfumature della lingua italiana.

(dalla Motivazione di Mina Rusconi, Premio Energia per la Vita 2016, Presidente di Giuria Alessandro Quasimodo)

 

(silloge inedita "Troppe nebbie") L'Autrice ci trasporta con le sue parole e il suo vocabolario preciso e adeguato nelle atmosfere della grande pianura... La parola di Sautto è morbida e quasi sensuale nel descrivere ciò che vede e ama e abile nel trasferire quello che è un quadro sfumato per farlo diventare emozione del cuore. Parola che diventa invece impetuosa e impietosa quando dice del mondo dei suoi affetti. Sautto sfugge sempre ad un descrittivismo di maniera di modo che ogni immagine diventa emozione, coinvolgimento dell'anima, materia viva di poesia. Lo stile predilige normalmente il verso breve, che più facilmente sfugge alla tentazione di tanta poesia prosastica, e quando anche l'Autrice indulge a versi più lunghi, a volte anche ipermetrici, il controllo stilistico è attento e vigile a evitare questo rischio latente.

(dalla Motivazione del Presidente di Giuria Rodolfo Vettorello, Premio Alda Merini 2017)

 

(poesia "Nel tempo indifferente") Questi versi di Carla Sautto Malfatto sono descrittivi, ma anche intensamente meditativi, sul significato della poesia, sul suo essere, o meglio sul suo poter essere. L’anafora “Ho perso l’attimo” vorrebbe suggerire un tragitto di assenza del discorso poetico, ma il cammino del pensiero “si avvoltola furioso” e la lotta di “urla di acque inquiete e vive” non si placa. Accanto alla speranza (negata, ma non spezzata) che la poësis torni a parlare, trapela solenne e emozionante il flusso ininterrotto del mare, delle sue onde che muoiono e nascono continuamente nella grazia dei versi.

(commento di Cinzia Baldazzi, 2019)

 
 

Attenta osservatrice della realtà esterna e dei mondi segreti dell’inconscio, la ferrarese Carla Sautto Malfatto, poetessa e artista di grande valore, vincitrice di numerosi e importanti premi letterari, sa entrare con la sua arte, il suo sguardo e il suo cuore, nel panorama che la circonda e l’avvolge, sia che si tratti di immagini naturali, come l’abete vecchio, che suscita in lei sentimenti di meraviglia e di compassione, sia che si tratti dei rapporti familiari. In tutto questo, il suo impianto poetico si fonda essenzialmente sul mistero dell’esistenza, sull’imponderabilità delle vicende umane e del destino; la sensibilità artistica dell’autrice rafforza questa amara sensazione, invitando a traguardare oltre la sottile filigrana della futilità delle cose e della natura, rispetto alla consistenza e all’autenticità dell’uomo.

(nota di Giuseppe Vetromile, XXIV Volume Antologia Virtuale “Transiti Poetici”, poesie e curriculum di C.S.M., 2022)